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Pillole di psicologia

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  • Immagine del redattorePsicologa Elisabetta Schiesari

“La potenza della parola nei riguardi delle cose dell’anima sta nello stesso rapporto della potenza dei farmaci nei riguardi delle cose del corpo”. (Gorgia 483 a.C. circa – 375 a.C.)

 


Psicoterapeuta è colui che tratterà il disturbo psicopatologico. È il supporto dell’individuo e anche la guida da seguire per affrontare disagi che possono intaccare il nostro normale funzionamento quotidiano. Questa figura può arrivare sia da psicologi già iscritti all’albo o da laureati in medicina che si iscriveranno a una scuola di specializzazione in psicoterapia della durata di 4 anni (molto costosa). Possono scegliere diversi rami della psicologia, io per esempio ho scelto l’approccio integrato, quindi vado a carpire tutte le nozioni base di ogni movimento proposto, ma esiste anche il dinamico, il cognitivo-comportamentale, il sistemico-relazionale, e altri modelli.


Alcuni immaginano lo studio dello psicoterapeuta come luogo dove si fanno riflessioni profonde sulla psiche umana, altri lo immaginano come ambiente "chirurgico" dove si sezionano e si eliminano comportamenti malati, in realtà è un luogo di profonda intimità:

  • dove si partecipa insieme a problemi irrisolti che segnano di sofferenza la vita delle persone;

  • dove si partecipa insieme a sconfitte amaramente subite, ma anche alla gioia di successi raggiunti e di scommesse caparbiamente vinte.

Lo studio di uno psicoterapeuta è un luogo di intimità, di ricerca, di ricostruzione della storia personale della persona bisognosa attraverso l'ascolto delle sue vibrazioni e degli accenti emotivi espressi.


Lo psicoterapeuta nel prendersi cura dell'altro, offre una costante accoglienza per andare a scoprire cosa ognuno di noi si porta dentro: pensieri, sentimenti, desideri, progetti, fantasie; grazie soprattutto al rispetto di sé e dell'altro verso le ferite espresse. Aiuta la persona a fare i conti con la propria interiorità, imparando che è possibile accoglierla e viverla con serenità.


Chi è il paziente?

"Non ho più fiducia in nulla, la vita mi ha insegnato che è inutile farsi in quattro per gli altri. Quando le delusioni sono il ricordo più vivo dei momenti passati insieme con gli amici, -o meglio coloro che si ritenevano tali- dentro all'animo si spegne ogni voglia di fare, si spegne ogni energia, svanisce ogni spirito progettuale. Quando dopo aver dato tanto si sono ricevute solo pugnalate alle spalle è meglio ritirarsi, è meglio rinchiudersi dentro al proprio guscio, tirare i remi in barca e appartarsi nella sicurezza della propria casa, per evitare ulteriori delusioni."


Ogni frase detta da un paziente ha un senso. Esprime un sentire, un percepire, ha in sé una intenzione, una volontà che sia un orecchio distratto, sia un orecchio attento e la persona stessa che si pronuncia potrebbe non cogliere, poiché i percorsi psicologici non sono ancora pienamente conoscibili.


Tuttavia lo psicoterapeuta cerca di capirli: cerca di scoprire i risvolti psicologici sottostanti ai discorsi che vengono espressi ed elabora spiegazioni per fornire chiarezze cercando di trasmettere un modo di riflettere su di sé, di interrogarsi, di cogliere il senso della propria esistenza.


Al centro di un percorso di psicoterapia troviamo due capacità che necessitano di essere scoperte:

  1. capacità di riconoscere e dare uno spazio di espressione ai sentimenti che pulsano interiormente nella loro diversità: rabbia, paura, scoraggiamento, inquietudine, angoscia, ma anche fiducia, certezza, piacere, voglia di fare. Tutti i sentimenti hanno gli stessi diritti: vanno vissuti.

  2. capacità di elaborare progetti nei quali investire, nei quali dare un significato alla propria esistenza, soprattutto come realizzazione del proprio "esserci".


Ogni persona ha un enorme valore ed è arrivare a raggiungere coscienza di questo valore che la vita prende slancio e la salute psicologica, attraverso l'esercizio di questa consapevolezza, inizia a prendere consistenza.


 

  • Immagine del redattorePsicologa Elisabetta Schiesari

Aggiornamento: 18 ago 2023

Per quale motivo non si distolgono gli occhi dallo smartphone per visualizzare la strada che si sta percorrendo? Perché questa forma di distrazione è diventata la dipendenza del terzo millennio?


Oramai l’utilizzo delle nuove tecnologie ha acquisito maggiore importanza rispetto al vissuto reale.


Le attuali tecnologie di comunicazione cambiano i rapporti con il tempo e lo spazio. Il progresso tecnologico ci consente di dialogare con lo schermo, di trasmettergli i nostri bisogni, i nostri desideri e anche i prodotti della nostra creatività. Nascono nuove forme di espressione dei sentimenti, di amore e di amicizia. Si acquistano i prodotti, si ricevono informazioni, si frequentano corsi di formazione, si socializza con gruppi di culture diverse.


Nel contesto virtuale si sviluppano la maggior parte delle relazioni, le quali non vengono poi trasferite nella realtà ma rimangono rigenerate negli stimoli dell’iperconnessione. Quel limite esistente tra reale e digitale rappresenta oggi un ambiente ibrido, misto; è il mondo in cui sviluppiamo la nostra esistenza, dandoci la possibilità di vivere “in acqua dolce” e in “acqua salata” senza rischiare di affogare.


Le amicizie attraverso lo smartphone sono in fondo un’appendice del corpo umano con la quale interagiamo continuamente.


Di cosa non si ha più bisogno

  • Della voce della persona vera

  • Del viso della persona vera

  • Del tono e dell’intensità della persona vera


 

Essere amici onlife è valorizzare il rapporto di amicizia reale che diventa anche un luogo dove poter scambiare timori, insicurezze, desideri che nella realtà online non vengono riconosciuti empaticamente; si sviluppa, dunque, una dimensione dell'intimità, permettendo soprattutto alla persona di avere un contatto reale e fisico con l’altro.


Per la persona vivere l'amicizia reale in gruppo può significare soprattutto vivere un'occasione per affrontare in modo più sicuro esperienze nuove, con la sensazione di sentirsi protetti e quindi con la possibilità di osare di più. Il gruppo rappresenta, dunque, un terreno importante nel quale il ragazzo o la ragazza devono trovare un equilibrio tra il desiderio di accettazione da parte degli amici da una parte e la necessità di esprimere la propria unicità dall'altra.


L’amicizia reale apre alla nostra unicità e preziosità, facendo vedere il meglio di noi senza filtri o schermi davanti; non si tratta di cambiare l’entità della persona ma di integrare nella vita in maniera equilibrata il mondo virtuale.



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